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Bosco WWF di Vanzago

Il documento che esprime il parere negativo sul progetto Ecoter che riguarda un ampliamento di cave, ampliamento di impianti per inerti  e un nuovo impianto per conglomerati bituminosi,  vicini al parco “Bosco Wwf di Vanzago” e ad alcuni comuni, il documento include una mappa da dove si può vedere la distanza di ricaduta delle emissioni dell’impianto di conglomerati bituminosi, di seguito il trafiletto di presentazione pubblicato sul sito del parco e il link al documento.

Fonte: http://www.boscowwfdivanzago.it/

Parere negativo del “Bosco Wwf di Vanzago”, espresso alla Regione Lombardia, per l’insediamento, a meno di 200 metri dai confini dell’area protetta, di un vero e proprio impianto industriale in località San Giuseppe in comune di Arluno. Questo parere negativo arriva dopo quello del Comune di Arluno, del Comune di Vanzago e del “Parco del Roccolo” all’interno del quale, paradossalmente, si vorrebbe l’insediamento ECOTER. La Regione non può che prenderne atto e rigettare la “sinistra” proposta !

Documento: Valutazione studio incidenza

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Non siamo i soli..

Vorrei segnalare che altri paesi attualmente hanno il nostro stesso problema, cioè non vogliono respirare aria malsana più di quella che già respirano. Uno di questi paesi è Bazzano in provincia di Bologna; la notizia interessante, che potete leggere sul loro blog (http://ambientesalutebazzano.wordpress.com/) è che la provincia di Bologna sta dalla parte dei cittadini e a chi dice no ad una fabbrica di bitume…

attualmente
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Il Comitato

Alcuni cittadini di Calvatone e dei comuni limitrofi, seriamente preoccupati per le conseguenze che l’attivazione di una fabbrica di asfalto produrrà sul territorio e gli abitanti, ha istituito il Comitato “NO AL BITUME”. E’ un gruppo apartitico di persone che si sono unite per difendere il diritto alla salute e per salvaguardare la vocazione produttiva della zona, nella quale allevamento e agricoltura svolgono un ruolo fondamentale.
Il Comitato “NO AL BITUME” vuole

  • Iinformare e sensibilizzare la cittadinanza che sino ad oggi è stata tenuta all’oscuro dell’esistenza del progetto e dei rischi derivanti dall’insediamento di un impianto insalubre;
  • permettere alla popolazione di esprimere il dissenso;
  • sollecitare l’Amministrazione perché tuteli la popolazione residente e la vivibilità del territorio.

Possono aderire al Comitato tutti coloro che ne condividono le finalità.

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Un’industria insalubre a Calvatone

Pochi sanno che è stata autorizzata la costruzione di un impianto per la produzione di conglomerato bituminoso, più noto come asfalto, nella zona industriale di Calvatone al confine con il Comune di Tornata.
Si prevede una produzione di circa 100.000 tonnellate all’anno di conglomerato bituminoso, con notevoli ripercussioni sull’ambiente e sulla popolazione.

L’impatto ambientale

Le fabbriche di asfalto sono classificate come industrie insalubri per il loro forte impatto ambientale dovuto oltre che ai processi di produzione anche al fortissimo aumento del traffico pesante.

Le conseguenze più gravi sono dovute all’emissione nell’aria di inquinanti. Alcune di queste sostanze sono di accertata tossicità/cancerogenicità come gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) o i VOC (Composti Organici Volatili) tra i quali ci sono benzene e i suoi derivati e la formaldeide.
Gli impianti di conglomerati bituminosi emettono anche le polveri fini o finissime (PM10 e PM 2.5) che assorbono gli inquinanti e li trasportano nei polmoni.

C’è da preoccuparsi?

Le conseguenze più lievi degli inquinanti emessi sono irritazione delle mucose o disturbi all’apparato respiratorio, ma l’esposizione prolungata a sostanze cancerogene può naturalmente favorire l’insorgere di gravi patologie.

E’ particolarmente preoccupante l’aumento registrato in alcuni studi di tumori e leucemie nei bambini, che sono sempre più esposti agli agenti inquinanti rispetto agli adulti.

Comitato “NO AL BITUME”

Per questi motivi è stato promosso il comitato “NO AL BITUME” da parte di cittadini di Calvatone e dei comuni vicini preoccupati per le ripercussioni che l’impianto di conglomerati bituminosi può avere sulla salute pubblica, sull’ambiente e sulle attività economiche presenti nel territorio. Il Comitato è apartitico e aperto quanti ne condividano le finalità.